venerdì 28 giugno 2013

Pedala Renato... pedala !



sorry fonte sconosciuta 

Caro Renato, è la prima volta che con grande onore posso rivolgermi dando del tu al Sindaco della mia città. Quello che mi spinge a scriverti è l'amore per la mia città. Io sono qui e combatto ogni giorno, ogni giorno prendo un tram e ogni giorno mi scontro con le durezze di una popolazione sconfitta. Non si vive più, si sopravvive e lo si fa male!
Bisogna ripartire dal basso, ma bisogna smettere di avere paura di guardare in alto.
Bisogna partire dai bambini, dai ragazzi. Cosa impareranno da dei genitori che ormai non vedono vie di uscita?
Hai parlato di umiliazione della città, è proprio vero, ma il problema sta nel non ribellarsi più, perdendo il rispetto di se stessi. La gente è demotivata, ormai rassegnata al declino, perchè fino ad ora a molta gente conveniva così. Lo sappiamo che non è un triste luogo comune.

Bisogna andare nelle scuole, insegnargli la cultura ed il rispetto per le cose che sono di tutti. Educazione civica, educazione civile.
Perché esiste un goccia che costruisce l'oceano.

Non c'è bisogno che ti elenchi i problemi che ci sono, vorrei solo raccontarti il mio pensiero, di getto forse senza un criterio.
Amare la società. Amore per la legalità.Avere cura dell'ambiente, per la natura.
Le strade sono le nostre strade. Sono le strade di casa nostra!
Amore per gli altri. Il rispetto per la vita.
Amore per gli animali che hanno così tanto da insegnarci. Salviamo il canile di Messina dove le volontarie si ammazzano di lavoro da sole, con il poco aiuto della gente dal cuore d'oro.
Il turismo, Renato, questa città deve riuscire a sfruttare questa enorme possibilità.
Lavoro!
Fai lavorare ed anche duramente chi fino ad ora si è portato indegnamente uno stipendio a casa.
Prendersi tutti le proprie responsabilità.

sorry fonte sconosciuta

repubblica.it

L'immagine di te a piedi scalzi è quello di cui questa città ha bisogno, l'umiltà è una qualità fondamentale nella vita, solo con questa si riesce ad aprire la mente. C'è un gran lavoro da fare. Cambiare teste e soprattutto prospettive.
Far girare le idee, ma soprattutto sfruttarle le idee, perché ci sono, se è vero che non ci sono soldi e anche vero che questo, troppo spesso, diventa un pretesto per non fare nulla e lasciare le cose così, ferme.

Tutto questo sarà scontato per te, ma io spero tanto che tu (o qualcuno per te) legga questa lettera. Perchè sono le parole di una cittadina qualunque che nonostante tutto ama questa città.
Buon lavoro e grazie per la responsabilità che ti sei preso, ma ora sta a noi quella di non lasciarti solo davanti a questo cambiamento.
Lele.



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